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Fotografia naturalistica

Un fotografo naturalista deve amare la natura, quindi rispettare l’ambiente, le norme ed i regolamenti dei luoghi in cui ci muoviamo (parco nazionale, area selvaggia, ecc.) tenendo ben presente che l'ecosistema che stiamo visitando potrebbe essere molto fragile.

Etica

Un fotografo naturalista, deve amare la natura, quindi rispettare l’ambiente, le norme ed i regolamenti dei luoghi, in cui ci muoviamo (parco nazionale, area selvaggia, ecc.) tenendo ben presente che l'ecosistema che stiamo visitando potrebbe essere molto fragile. Innanzitutto, osserviamo la fauna selvatica da una distanza di sicurezza sia per noi che per loro, ed impariamo a rispettare i loro bisogni spaziali. Se l'animale interrompe il suo comportamento (riposo, alimentazione, ecc.), vorrà dire che siamo troppo vicini. Impariamo anche a riconoscere i segnali di allarme che la fauna selvatica ci invia, non dimenticando mai che questi animali non sono docili, come potrebbero sembrare. Non posso, non sottolineare mai abbastanza che uno dei principi basilari della fotografia naturalistica è avere tantissima pazienza, e che molte ore, prima di cimentarsi in questo campo fotografico, dovrebbero essere spesi studiando e prestando attenzione a questa materia. È importante conoscere l’ambiente in cui ci spostiamo, osservare i tratti comportamentali degli animali. Con la pratica, saremo spesso in grado di prevedere dove andranno e cosa faranno.
 

L'attrezzatura

Quando scegliamo un obiettivo per la fotografia naturalistica, ci sono due aspetti chiave da considerare. La lunghezza focale e l'apertura massima. La lunghezza focale è fondamentale, poiché è importantissimo avere un obiettivo che ci avvicini sufficientemente al soggetto. Le lenti più utilizzate, sono quelle comprese tra i 200mm ed i 400mm, da non sottovalutare gli “zoom” più duttili e accessibili anche per il loro costo. Per quanto riguarda l’apertura massima inutile dirvi che se abbiamo la possibilità di acquistare obiettivi molto luminosi sarebbe il massimo, in quanto queste ottiche ci consentono, tra l’altro, di lavorare anche in condizioni di luce scarsa, senza utilizzare alti valori ISO, ma per queste acquistarle bisogna essere disposti a tirare fuori diverse migliaia di euro. Comunque oggi sul mercato, senza dover spendere cifre folli, troviamo anche una varietà di “zoom” con focale massima che varia tra i 500mm ed i 600mm di ottima qualità.
 

La messa a fuoco

Quando lavoriamo con soggetti in movimento, è buona norma utilizzare l’autofocus continuo (AF-C) in quanto tenendo premuto a metà corsa il pulsante di scatto, la fotocamera continuerà a focheggiare in maniera continuativa rivalutando il fuoco in base alla posizione del nostro soggetto, mentre nella modalità autofocus singolo (AF-S), il fuoco si blocca quando si preme a metà il pulsante di scatto. Vi suggerisco di utilizzare quest’ultima modalità di messa a fuoco per animali lenti o immobili. La messa a fuoco con il punto singolo è più precisa e veloce. E’ importante eseguire la messa a fuoco sugli occhi, in quanto se questi non sono perfettamente nitidi la foto perde gran parte del suo valore. Per farlo è importante in fase di scatto, posizionarsi il più possibile alla loro altezza.
 

Lo sfondo

Per dare un maggior risalto al soggetto animale, è opportuno scegliere uno sfondo uniforme. L'uso di una profondità di campo ridotta per sfocare l'ambiente circostante contribuirà a creare un effetto singolare sul soggetto. E’ necessario quindi muoversi all’interno del nostro campo d’azione, al fine di trovare l’angolo più adatto dal quale scattare la fotografia.
 

La regola dei terzi

Gli animali selvatici sono così accattivanti che molti fotografi, in particolare i neofiti, presi dalla cattura delle loro immagini, dimenticano quanto anche in questo campo, la composizione fotografica sia importante. Come prima cosa assicuriamoci che il soggetto non sia esattamente al centro della scena, e per quanto possibile, utilizziamo la “regola dei terzi” al fine di creare un’immagine più equilibrata e meno sbilanciata. Se siamo ci siamo avvicinati da poco alla fotografia naturalistica, e non abbiamo idea di che cosa sia la “regola dei terzi”, è importante sapere che è una delle norme fondamentali della composizione fotografica. In breve immaginiamo di dividere il fotogramma in terzi e poniamo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee ottenute. Così facendo otterremo un’immagine più dinamica ed armonica al tempo stesso. Un’altra buona abitudine è di fotografare il soggetto quando è voltato verso di noi, e non di spalle.
 

Esposizione

Manuale o a priorità di diaframmi?

Molti fotografi scattano in modalità manuale perché pensano che qualsiasi altra modalità espositiva non sia degna di un “grande scatto”. Vi garantisco che conosco tanti e ottimi professionisti che lavorano quasi sempre in priorità di diaframmi, impostando un tempo minimo di scatto, rapido se il nostro intento è di “congelare” l’azione, lento ad esempio per ottenere l’effetto “panning”, e che utilizzano l’esposizione manuale solo in situazioni ben precise. La priorità di apertura è un’ottima scelta per la fotografia naturalistica, in quanto la luce il più delle volte non è mai distribuita uniformemente in tutta la scena che stiamo per fotografare, come ad esempio in un bosco o in un ambiente simile. Un animale in movimento, ad esempio, potrebbe attraversare zone diverse con differenti intensità di luce. Questa modalità d’esposizione ci assicura che le immagini siano correttamente esposte anche se scattate in aree con luminosità non omogenea. In modalità manuale, semplicemente non abbiamo il tempo di regolare continuamente le impostazioni, quando riprendiamo una scena in continua evoluzione, quindi potremmo essere penalizzati da questa situazione e non ottenere lo scatto perfetto.
 

Il Paraluce

Quel pezzo di plastica che viene fornito con l'obiettivo non è una decorazione, tutt’altro! Impedisce alla luce diffusa di raggiungere direttamente la lente frontale consentendoci di scattare immagini più nitide, in più assicura, in caso di cadute, la protezione fisica alla vostra ottica.
 

L’attesa

Nel primo capitolo vi ho anticipato che la fotografia naturalistica è anche una questione di pazienza. Quando ci mettiamo alla prova in questo campo, dobbiamo ricordare che raramente i fotografi naturalisti ottengono uno scatto straordinario con poche ore di attesa. Potrebbe essere necessario tornare su uno stesso posto più volte, ed aspettare ore ed ore prima di avere l’occasione di scattare un'immagine unica. Questo può sembrare scoraggiante, ma rende qualsiasi immagine catturata molto più gratificante.